Per quanto videogiocare sia solitamente associato a un'esperienza positiva, vari sono gli scandali che hanno attraversato il mondo videoludico negli ultimi anni. Dalle pessime condizioni lavorative di chi a volte i giochi li fa fino ad arrivare all'utenza non sempre trattata con riguardo, il videogioco, come altre arti, oggigiorno rischia di diventare lo spettro di quello che era un tempo: un'entità asettica, che tiene sì d'occhio il profitto ma che sembra tuttavia scordarsi del resto - sia questa la qualità o l'etica per arrivare al prodotto finito. Il bisogno di nuove strade, per non scendere a compromessi con questa o con quell'altra problematica, sembra quindi fondamentale per prevenire un eventuale peggioramento del mercato. Una di queste strade può essere il software libero: una filosofia nata negli Anni '80 con lo scopo di rimettere la tecnologia in mano alle persone. Tramite i suoi principi democratici e di condivisione, un po' come Wikipedia rispetto alle enciclopedie, viene dato da una parte più potere in mano all'utenza, e dall'altra un vantaggio a quelle aziende che mantengono principi sani (e viceversa uno svantaggio a chi quei principi li tradisce). Marco Amato porterà il pubblico alla scoperta di questa fiorente prospettiva filosofica come risposta alle infelici situazioni che si sono create, gettando poi uno sguardo sulle avanguardie videoludiche sbocciate da essa; da sparatutto vecchia scuola come Xonotic, fino a piattaforme di gioco come Minetest.
Più conosciuto con il nome Zughy, Marco Amato è pixel artist e consulente informatico. Appassionato all'aspetto filosofico della tecnologia, nel 2019 dà vita al collettivo Etica Digitale e nel 2022 diventa parte dell'organizzazione di Minetest, la piattaforma di gioco libera a cubetti
Riappropriarsi dei videogiochi con il software libero
GAME Science Research Center
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